Ispirazione

Perché creare fotolibri è il rituale di self-care di cui abbiamo bisogno

Il semplice gesto di stampare e organizzare le immagini regala alla scrittrice e fotografa Anita Chaudhuri calma, concentrazione e connessione in un mondo sempre più digitale

Hands flipping through a photo book showing images of a woman drinking coffee and a dog. Nearby, a book titled "Eat Drink Nap."
Hands flipping through a photo book showing images of a woman drinking coffee and a dog. Nearby, a book titled "Eat Drink Nap."

Di recente, quando gli è stato chiesto cosa aveva fatto nel weekend, un collega ha raccontato di essersi preso una giornata solo per sé. La risposta ha scatenato un po' di battute in ufficio. Qualcuno gli ha chiesto ridendo: "Che hai fatto, spa e manicure?"

Ma il self-care, un concetto spesso frainteso, non è affatto uno scherzo. Numerosi studi indicano che questa pratica migliora il benessere psicologico e la salute fisica. Le ricerche mostrano che trascurarla è associato a livelli più elevati di sintomi di stress e burnout. "Prendersi cura di sé significa dare al mondo il meglio di te, non ciò che resta di te", scrive la blogger Katie Reed, che si occupa di salute mentale, spiegando perché chi adotta questa pratica è ben lontano dallo stereotipo della "mammoletta" ipersensibile.

Ma come si pratica concretamente il self-care per trarne beneficio? La chiave è scegliere un'attività o un rituale che interrompa il tuo flusso mentale e ti faccia vivere appieno il momento. Per qualcuno può essere la meditazione o la corsa. Per altri un trattamento viso o un pedicure. Ma ricorda: c'è una grande differenza tra fare qualcosa che ti rigeneri davvero e farlo solo per ottenere visibilità sui social. E se, come a me, l'idea di essere manipolato e massaggiato da uno sconosciuto è il tuo incubo peggiore, rigenerarti potrebbe significare un'attività creativa come dipingere, inventare una nuova ricetta o fare una passeggiata fotografica nella natura.

Ho scoperto che uno dei rituali migliori per entrare in uno stato di vera consapevolezza è creare fotolibri. Tutto è iniziato anni fa, quando ho ricevuto un pacco inaspettato per posta: uno splendido libro stampato con i ricordi di un ritiro di scrittura, una settimana trascorsa in dieci in un castello in Francia. Vivevamo tutti in continenti diversi ed era improbabile che ci saremmo mai rivisti; così, uno dei partecipanti ha avuto la splendida idea di raccogliere tutte le nostre immagini in un volume vivacemente colorato. Lo custodisco ancora con grande affetto.

Prendersi cura di sé significa dare al mondo il meglio di te, non ciò che resta di te

Hand pulling a gray book from a shelf with colorful books lined up in a gradient from red to blue.
Hands flipping through a photo book showing a group of people dining outdoors. Other books and a decorative item are on the table.

Da allora ho realizzato molti tipi di fotolibri, da un diario fotografico del lockdown con scatti storti stampati in casa e incollati su un vecchio quaderno, fino a pagine stampate in modo professionale e rilegate, con copertine create da me. C'è qualcosa di magico nel tenere in mano un oggetto fisico: sentire la trama della carta sotto le dita e lasciarsi avvolgere dai colori ci riporta alla spensieratezza dell'infanzia. È un'esperienza distante anni luce dallo scorrere distrattamente il rullino dello smartphone. Una statistica recente indica che una persona conserva in media 2.795 foto sul proprio telefono. La maggior parte non riceverà mai una seconda occhiata, per non parlare di una riflessione più profonda. Manipolare le immagini, ritagliarle, cambiare le forme, scurire il cielo o intensificare i colori rafforza il legame con la nostra creatività, ma anche con le persone e i luoghi presenti nelle foto.

Ritagliarsi regolarmente del tempo per sé da dedicare a una pratica creativa può essere catartico, quasi magico. Alcune ricerche hanno dimostrato che i rituali, anche i più piccoli, ci rassicurano, ci confortano e danno senso alla nostra vita, aiutando ad affrontarne le sfide un passo alla volta. Per trasformare qualcosa in un'abitudine, può essere utile farla sempre alla stessa ora del giorno o nello stesso giorno della settimana. Anche l'habit-stacking, cioè la pratica di associare un nuovo comportamento a un'attività che già svolgiamo, come fare colazione, si è rivelato molto efficace.

Creare un fotolibro è un processo che segue passaggi ben definiti. Secondo una ricerca di The Craft Council, il coinvolgimento multisensoriale, le azioni ripetute e l'attesa della soddisfazione che deriva dal creare qualcosa favoriscono il rilascio di neurotrasmettitori capaci di generare sensazioni positive e di ridurre lo stress. E vedere stampate le tue foto preferite dona loro tutto il valore e l'importanza che meritano.

Hands holding an open book with a blurred left page and a right page titled "CENTRAL PARK" on a wooden surface.

Il coinvolgimento multisensoriale, le azioni ripetute e l'attesa della soddisfazione che deriva dal creare qualcosa favoriscono il rilascio di neurotrasmettitori capaci di generare sensazioni positive e di ridurre lo stress

Hands resting on a table beside two photo books, one titled "Archie" with a cover image of a baby.
Two red photo albums labeled "The Baxter's" with a family picture on a beige couch, next to a brown and white pillow.
Person holding a photo book titled "South Korea" with a cover image of a smiling couple embracing against a scenic landscape.

La prima fase consiste nello scegliere un tema per il tuo fotolibro. Puoi selezionare foto già esistenti di una festa in famiglia o di una vacanza oppure partire da zero. In quest'ultimo caso, avrai un'ottima opportunità per instaurare una pratica quotidiana di fotografia consapevole che, secondo le ricerche, favorisce il benessere. Per ricordarti di farlo, e per creare immagini che funzionino bene raccolte insieme in un libro, è meglio fotografare qualcosa che vedi spesso. Potrebbe essere il panorama dalla finestra di casa o scene dal tragitto quotidiano per andare al lavoro. Quando si inizia una nuova avventura creativa viene spontaneo pensare in grande. Una volta avevo iniziato un progetto sui tramonti sul Tamigi a Londra: il problema è che non vivo vicino al fiume e le mie serate sono sempre molto piene. Non sorprende che sia riuscita a scattare giusto tre volte prima di abbandonare il progetto.

La cosa bella della fotografia come strumento di self-care è che non richiede molto tempo. Un rituale quotidiano di mindfulness, come scattare le fotografie o progettare le pagine di un fotolibro, può dare benefici in appena dieci minuti secondo uno studio recente. Inoltre, la ricerca ha mostrato che catturare momenti memorabili con la fotocamera significa prestare più attenzione ed essere più coinvolti in ciò che accade. L'unica eccezione si verifica quando scattare interferisce con l'esperienza stessa: a tutti è capitato di ritrovarsi a sbuffare a una festa di famiglia quando un direttore artistico in erba impiegava troppo per comporre lo scatto! In aggiunta, uno studio della University of California ha rilevato che scattare foto rende le persone più riflessive e più connesse e che chi scatta spesso dei selfie diventa, nel tempo, più sicuro e più a suo agio con il proprio sorriso.

Uno studio ha rilevato che scattare foto rende le persone più riflessive e più in sintonia con gli altri e che chi si fa selfie con regolarità diventa, nel tempo, più disinvolto e più a suo agio con il proprio sorriso.

Woman in a kitchen, wearing a gray sleeveless top, smiles while using a smartphone. A glass of water is on the counter.

Uno degli aspetti più gratificanti della creazione di un fotolibro è la selezione delle immagini. Scegliere le foto migliori e organizzare l'ordine del racconto visivo stimola l'immaginazione e le emozioni. È come riattivare una parte poco utilizzata e non verbale del cervello, una ventata di freschezza dopo una giornata di lavoro dominata dai dati. Posso passare ore a sperimentare combinazioni diverse di colori delle pagine e di font. È un modo per riportare l'ordine nel caos creando qualcosa di bello e armonioso.

Two women sit at a table, smiling while looking at a photo album. Cups and pastries are on the table in a bright, modern room.

La fase finale è forse la mia preferita: condividere il tuo fotolibro con le persone a cui vuoi bene. Non saltare questo passaggio, anche se pensi che le tue foto non siano tutte capolavori. Uno studio ha rivelato che condividere le foto migliora la cura di sé e l'interazione con la propria rete sociale e offre l'opportunità di ricordare momenti felici insieme agli altri. Nei periodi difficili, soffermarsi sulle persone e sui luoghi che ci stanno più a cuore ci ricorda che il futuro potrebbe presto riservare giorni più felici.

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